Le parole costruiscono, danno forma ai pensieri. Ci pensavo oggi pomeriggio mentre giocavo con mio figlio. Eravamo per terra a tirar su torri di legno altissime. Insieme le abbiamo viste traballanti mentre perdevano l’equilibrio. Poi, le abbiamo viste cadere e insieme le abbiamo ricostruite.
E’ nato un pensiero leggero e mi è piaciuto.
Una sola parola: costruire
Attendevo stasera per scrivere, per raccogliere le idee. Ho riflettuto molto sulla parola costruire e credo che sia la giusta sintesi di una settimana intensa. Emotivamente.
Sta finendo il primo anno di asilo di mio figlio e qualche giorno fa, quando l’ho accompagnato, mi sono fermata nel salone dove le maestre accolgono i bambini. Non è stata la prima volta, ma in questa occasione mi sono resa conto di quanto fosse speciale per me stare li con loro, mentre una delle insegnanti suonava la chitarra e tutti insieme cantavano. Mio figlio mi abbracciava e cantavamo. Una doppia coccola per iniziare al meglio una nuova giornata. Perché te lo racconto? Te lo dico perché quest’anno una delle parole più importanti che mi hanno accompagnato è stata “ascolto”. E ascoltarsi fa davvero la differenza.
Crescere
Ogni giugno che arriva mi viene istintivo tirare le somme e questo anno è stato molto importante per la nostra adozione in corso. Mio marito ed io, abbiamo partecipato al gruppo post adozione di Genitori si diventa. Questo secondo anno è stato nutrito da riflessioni importanti, dalla condivisione in gruppo insieme allo psicologo che ci ha accompagnato e guidato. Sento di essere cresciuta e la parola ascolto è stata una delle parole chiave che mi ha spinto a pensare, ancora e ancora. Ho imparato a rallentare per migliorarmi nella relazione con mio figlio, a riconoscergli il tempo e a darne un po’ anche a me stessa.
Questo primo anno di asilo è stato intenso, fatto di alti e bassi. Ho visto mio figlio crescere. E sono cresciuta anche io da quando ho smesso di avere aspettative. Sono stata meglio e anche più capace di stare davvero in contatto con lui.
Ho imparato a vivere ogni giorno tra nuove scoperte e monellerie, tra momenti di gioia, di capriccio e di crisi. Ho ascoltato mio figlio mentre mi raccontava storie e io ne ho raccontate a lui. Abbiamo giocato insieme con le nuvole, abbiamo riso come matti, abbiamo litigato, abbiamo parlato. Ci siamo abbracciati, spesso. Ci siamo chiesti scusa. Abbiamo costruito ponti e scalato montagne, abbiamo passeggiato mano nella mano e abbiamo corso. Tanto, tanto. Impariamo ogni giorno a riconoscerci nelle nostre emozioni, ci leggiamo nelle espressioni del viso. A volte facciamo 2 passi avanti e 3 indietro. Però, come dice il mio piccolo ometto:
Sai, mamma, la cosa bella di quando cadono le torri è che si possono ricostruire.
Ascoltarsi e ascoltare, costruire e ricostruire: il viaggio continua!
Poco potrebbe fare uno psicologo se anche lui non venisse ascoltato. Come dice tuo figlio, è importante che si continui a costruire. Ho vissuto una bella esperienza nel gruppo di cui parli e ringrazio tutti. Spero sia stata un’opportunità per imparare a riconoscerci. Ciao Francesco
Dove c’è dialogo c’è sempre un opportunità per crescere. Oltre ad avere mattoni, credo, bisogna saperli mettere insieme per costruire e ti ringrazio per questo, perché sei una guida che sa accompagnare.
Cara Sara, grazie per come contribuisci ogni volta a prenderti cura della nostra associazione. Ri-costruire si deve sempre, alla fine è una passione.